Ci sono notti in cui la memoria si versa in sogno come un vino antico.
Volti che credevamo lontani ritornano, voci che avevamo smesso di ascoltare ci parlano con un’intimità disarmante.
È successo anche a me: un sogno intenso, carico di simboli, di emozioni fredde e calde insieme.


Come una cantina d’inverno.
Mi ha colpito quanto quelle immagini oniriche assomigliassero a certi vini.
Alcuni li dimentichi in fondo a una bottiglia, li lasci lì… e quando li ritrovi ti raccontano tutto: l’anno, il terreno, la stagione.
Così anche i nostri affetti più profondi, quelli che sembrano andati, restano a decantare dentro di noi.


Il vino è memoria liquida.
È una voce senza corpo, un profumo che torna quando meno te lo aspetti. Come un sogno.
E forse, bere è anche questo: ascoltare, sentire, ricordare.
Stasera, alzo il calice per chi non c’è più ma continua a parlare, anche solo tra le bolle di un metodo classico o nel riflesso di un rosso corposo.
Perché ogni vino vero contiene una storia.
E alcune storie, come certi sogni, non finiscono mai davvero



Raccontami il tuo sogno più strano legato al vino o a chi non c’è più.
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Angelo Infurna