Parlare di vino e longevità può sembrare un vezzo da enologi ottimisti.
Eppure, più di uno studio scientifico si è preso la briga di indagare il legame tra un consumo moderato di vino , soprattutto rosso , e un invecchiamento più sano.

Uno dei più citati è lo studio dei ricercatori dell’Università di Harvard e dell’Università di Amsterdam pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, che ha evidenziato come chi consuma vino con moderazione viva in media più a lungo rispetto a chi si astiene o consuma altri alcolici.
A fare la differenza sembrerebbe essere il resveratrolo, un polifenolo contenuto nella buccia dell’uva rossa, noto per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.


Non è un caso se la cosiddetta “dieta mediterranea”, considerata patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO, prevede proprio un bicchiere di vino rosso al giorno come parte integrante di uno stile di vita equilibrato.
Anche il famoso studio “Seven Countries” di Ancel Keys, pioniere della nutrizione moderna, ha inserito il vino tra gli alimenti simbolo della longevità nei Paesi del Mediterraneo




Ma attenzione: la parola chiave resta sempre moderazione.
Un calice al giorno, bevuto con consapevolezza e abbinato a un pasto bilanciato, può diventare un alleato.
Bere di più, rischia di trasformarlo in un nemico.
Il vino, quando è buono e ben fatto, non è solo piacere. È anche un piccolo gesto di cura verso sé stessi.
E forse, un sorso alla volta, può anche insegnarci a vivere più a lungo, o almeno, meglio.
Angelo Infurna